mercoledì 12 dicembre 2012 0 commenti

"Augurio dal nostro Dirigente Scolastico"



L’informazione globalizzata è tratto essenziale della società di oggi:
offrire a Scuola le mappe di un mondo complesso e sempre in continua evoluzione
e strumenti per orientare e tendere la propria “strada” 
è dovere ineludibile per noi Docenti.
E’ da notare che la capacità che ciascuno sviluppa nel controllare e gestire
il miglioramento personale nello studio costituisce elemento essenziale
per raggiungere livelli di eccellenza.
Il giovane o l’adulto che chieda consigli e informazioni è capace di autorinforzo,
attiva strategie per ricordare le informazioni richieste per la soluzione di problemi, mobilita conoscenze per strutturare uno schema di risoluzioni
e correggendo eventuali errori avvia processi per prestazioni migliori.
Apriamo una finestra e poniamoci insieme in questa direzione.
Buon lavoro.
Il Dirigente Scolastico
Francesca Valenti Taranto
lunedì 21 maggio 2012 0 commenti

"LA DONNA"




Da sempre l’uomo ha sfruttato ciò che la natura gli metteva a disposizione .... le nuove tecnologie hanno un duplice significato nell’evoluzione economica: accrescono la produttività ....., creano nuove risorse .....
Il vero sviluppo è il passaggio da condizioni meno umane a più umane .... il primo dovere del comportamento umano collettivo ....... è la salvaguardia della natura ....... l’uomo è diventato un pericolo per se e per l’intera biosfera.
Le donne nella cultura e nella vita civile sono state sempre emarginate ...... ma molte sono quelle  che  si sono impegnate in ogni ambito scientifico e a difesa della natura:
Ellen Swallow oggi è considerata la fondatrice dell'ecologia e dell'ingegneria ambientale.
Rachel Carson fu la prima a prevedere gli effetti delle tecniche in agricoltura .... a denunciare pubblicamente .... i danni inferti alla natura dall'uso e abuso di insetticidi chimici.
Susan Subak economista ecologica contemporanea, sostiene che per diminuire la produzione di gas serra è importante diminuire il consumo di carne poichè .... i bovini emettono tra 70,8 e 133 grammi di metano ogni 450 grammi di carne prodotta.
Françoise d'Eaubonne, donna-scienziata afferma che esiste una relazione fra le donne e l'ambiente, fra le violenze sulle donne e le violenze sull'ambiente ..... 
Vandana Shiva è  contro l'uso massiccio di monocolture poichè alterano gli equilibri del territorio .... la biodiversità è minacciata dalle multinazionali che ....
Donella Dana H. Meadows, ricercatrice  .... mette in guardia sui devastanti effetti dell’azione umana sul clima, le qualità delle acque, la biodiversità marina, le foreste e tutte le altre risorse naturali.
Questa è la sintesi del video che è stato approfondito e realizzato da Miriam Fanara e Mariabice Stabile, due allieve della classe IV sez. "E".   
martedì 13 marzo 2012 0 commenti

La storia e i principi del Darwinismo e del Neodarwinismo

Charles Darwin, celeberrimo naturalista inglese vissuto tra il 1809 ed il 1882, fu l’artefice della teoria – oggi conosciuta sotto il nome di darwinismo – che rivoluzionò completamente la concezione finalistica del fissismo biologico ponendo le basi della moderna concezione dell’evoluzione. Darwin nacque in una famiglia molto benestante di tradizioni naturalistiche (suo padre, Erasmus Darwin, nella sua Zoonomia aveva affermato l’esistenza di una evoluzione dovuta all’influenza dell’ambiente) e, sebbene inizialmente interessato alla teologia, i suoi interessi si rivolsero dal 1831 in poi ad una sistematica analisi comparativa dei viventi. In quell’anno Darwin si imbarcò infatti sul brigantino Beagle come naturalista di bordo non retribuito e nei cinque anni successivi (durante i quali il brigantino si spostò dall’Argentina all’Australia indi dalle isole del Pacifico all’Africa meridionale) egli ebbe la possibilità di compiere numerose osservazioni da cui dedusse alcuni dei fondamenti della sua futura teoria: ad esempio sulle isole Galàpagos  Darwin notò una grande variabilità morfologica e metabolica nei fringuelli, il che non si verificava nel Sud America dove invece i fringuelli erano abbastanza simili. Darwin ipotizzò che, essendo tali isole relativamente recenti, i fringuelli che vi erano giunti avevano avuto la possibilità di specializzarsi in diversi ambiti alimentari poiché non vi erano altri organismi che li già detenevano; tali organismi esistevano invece all’interno del continente e non permisero la diversificazione dei fringuelli che vi restarono. Questo esempio racchiude in se l’idea di variabilità (la diversità dei caratteri, non sempre vantaggiosi, in una popolazione) ed  il concetto di mutamento, o meglio di “evoluzione”*: tale concetto, che si opponeva al fissismo di Muvier, era stato invero intuito precedentemente (quantunque in un senso incompleto o in parte errato) da Erasmus Darwin e dal naturalista Jean-Baptiste de Lamark il quale, nel suo trattato Philosophie zoologique, individuava nella legge dell’uso e del non uso e nella legge dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti*, le cause di esso. Ritornato in Inghilterra nel 1836, Darwin svolse una serie di brillanti esperimenti nella sua villa a qualche chilometro da Londra, dove condusse il resto della sua vita, interessandosi alle tecniche di allevamento ed in particolare alla “selezione artificiale” la tecnica grazie alla quale è possibile ottenere delle razze specifiche all’interno di una specie (ad esempio le varie razze canine), da cui egli pensò che se era possibile far derivare delle differenti razze da una specie, era ragionevole supporre che le varie specie derivassero similmente da altre specie.
Darwin dedusse il famoso concetto della “lotta per la sopravvivenza” o “sopravvivenza del più adatto”, uno dei pilastri della teoria evoluzionistica, da una lettura del trattato Sulla popolazione dell’economista britannico Robert Malthus (1766-1834) in cui si afferma che la popolazione umana cresce in maniera superiore ai beni prodotti e sarebbe stata quindi ridotta a causa di una carestia o un’epidemia.* Darwin considerò che l’habitat di una popolazione non è in grado di fornire le risorse per tutti gli individui, per cui solo una parte di essi – quella con le caratteristiche più adatte o più vantaggiose all’ambiente in cui vive – è in grado di sopravvivere. L’adattabilità risulta tuttavia inutile se non è accompagnata dalla capacità di riprodursi (fitness Darwiniano), in quanto un individuo forte ma sterile non tramanda i propri geni alla generazione successiva e dunque a livello evolutivo la sua esistenza risulta inefficace. La stretta relazione tra variabilità e lotta per la sopravvivenza determina la cosiddetta “selezione naturale” ovvero la legge che determina la prevalenza, la sopravvivenza o anche l’estinzione di un gruppo di individui rispetto ad un altro pertanto la legge alla base dell’evoluzione stessa. La selezione può essere dovuta non solo alle caratteristiche dell’ambiente, ma anche a particolari requisiti necessari all’accoppiamento (dunque interni alla popolazione in esame) nel qual caso si parla di bimorfismo sessuale e di selezione sessuale. La selezione inoltre può talvolta favorire gruppi di individui contraddistinti da caratteristiche diverse: in questo caso si distinguono tre tipi di selezione: - Se la selezione favorisce individui dai caratteri estremi e opposti tra loro si parla di selezione separatrice ( si determinano due gruppi nettamente distinti).
- Se la selezione favorisce individui dai caratteri intermedi si parla di selezione standardizzante (la popolazione tende ad omogeneizzarsi).
- Se la selezione favorisce un individui caratterizzati da un solo carattere estremo si parla di selezione direzionale (la popolazione tende ad assumere caratteri simili a quello favorito).
Per Darwin, a differenza che per Lamark, l’evoluzione non è un processo volto ad progressivo miglioramento ma la somma di una serie di piccole modificazioni volte ad un adattamento all’ambiente -non sempre generalmente positive - (gradualismo). Quando, nel 1858,  la teoria di Darwin era ormai pronta per essere resa pubblica, egli ricevette una memoria dal naturalista Alfred Wallace da consegnare alla Società Linneiana di Londra in cui si esponeva la stessa teoria di Darwin, che consegnò e vi aggiunse un proprio scritto. Il 24 novembre dell’anno seguente Darwin pubblicò il famoso trattato Sulla origine delle specie, in cui si esplicava con forte rigore scientifico e con abbondanza di esempi per i vari casi trattati  la teoria su cui egli aveva lavorato fino ad allora. L’opera aprì da subito un acceso dibattito che vide contrapposti Darwin con gli scienziati al suo seguito e i sostenitori del fissismo (in particolare gli ecclesiastici): il trasformismo avallato dalla teoria di Darwin negava una stabilità nella morfologia dei viventi, il che era l’opposto di quanto sosteneva il fissismo; la teoria dell’evoluzione minacciava inoltre di generare uno stravolgimento della tradizionale concezione antropocentrica di natura teologica, come effettivamente accadde. A seguito del trattato sulla origine delle specie si aprirono diversi dibattiti sulla natura dell’uomo e più precisamente se egli dovesse considerarsi frutto di un processo evolutivo alla stregua degli altri viventi: a tal proposito famosa è la controversia nata durante una conferenza sull’evoluzionismo applicato alla specie umana tenuta a Oxford nel 1860 dal biologo Thomas Huxley, un sostenitore del darwinismo, tra questo e il vescovo anglicano Samuel Wilderforce il quale domandò ironicamente a Huxley se “era per parte di madre o di padre che egli derivasse da una scimmia” al che Huxley replicò che “non considerava affatto una vergogna avere come progenitore una scimmia, ma piuttosto essere imparentato con un uomo che impiegava la sua intelligenza per nascondere la verità”°. Gli accesi dibattiti nati a seguito di simili considerazioni negli anni successivi furono in parte placati con la pubblicazione del trattato L’origine dell’uomo (1871) in cui Darwin evidenziava le tesi suddette sull’evoluzione dell’uomo in due testi, in cui esplica rispettivamente e riassume le sue argomentazioni, le quali possono essere suddivise in argomentazioni di carattere logico-deduttivo – in esse si afferma principalmente che se si ammette la validità delle leggi dell’evoluzionismo non vi è alcun motivo scientificamente plausibile per escludere l’uomo dalla loro azione – e argomentazioni di carattere empirico-induttivo – in esse si elenca una serie di esempi di anatomia comparata che mettono in risalto la presenza di organi omologhi e organi analoghi tra gli uomini e altri mammiferi -.
La precisione matematica del Darwinismo è ancora oggi ritenuta stupefacente dalla maggior parte degli scienziati poiché Darwin stesso non sapeva dell’azione dei geni nella determinazione dei caratteri: l’odierna concezione dell’evoluzione, detta Neodarwinismo, basata sulla teoria sintetica dell’evoluzione (una sintesi tra darwinismo e genetica, sviluppata nel XX secolo), introduce in particolare l’azione del caso per giustificare la variabilità genetica. La genetica delle popolazioni, la branca della biologia che studia le mutazioni genetiche in gruppi di individui, considera oggi nuovi parametri valutativi quali il pool genetico (l’insieme o il flusso dei geni presenti in una popolazione che rimane invariato se non vi è evoluzione) ed effetti che ne determinano modificazioni non obbligatoriamente legati all’ambiente quanto a variabili aleatorie quali l’effetto a collo di bottiglia, - un calo improvviso del numero di individui a causa di un’epidemia o di una catastrofe ambientale  e  lo sviluppo di una popolazione caratterizzata dal pool degli individui sopravvissuti- o l’effetto del fondatore – la nascita di una nuova popolazione in cui è presente il pool genetico di un gruppo di individui proveniente da un’altra popolazione -.
*Paradossalmente Darwin non adottò quasi mai il termine “evoluzione” nel trattato Sulla origine delle specie per paura della critica; alla stessa causa si devono in parte il grande rigore espositivo e la ricchezza di esempi.
*La legge dell’uso e del non uso afferma che organi ricorsivamente usati tendono a svilupparsi mentre organi poco o non usati tendono a scomparire (famoso esempio di questa legge è l’evoluzione del collo della giraffa). La legge della trasmissione dei caratteri acquisiti afferma che i caratteri acquisiti da un individui sono trasmessi direttamente alla prole (principio non vero in quanto esistono esempi di genitori e figli con predisposizioni completamente diverse)
*Gli studi di Malthus dimostrano matematicamente che una qualunque popolazione tende nel tempo a raggiungere un numero di abitanti k, detto popolazione limite. Ciò è dovuto a una serie di fattori ambientali riassunti in una costante a la cui discutibilità è espressa dalla imprecisione del valore di k ad essa legato.
BIBLIOGRAFIA
Le espressioni seguite dal simbolo ° sono tratte da “Charles Darwin. L’uomo: evoluzione di un progetto?” di Edoardo Boncinelli.

Post scritto da Alfredo Ingraldo, alunno della classe 3' sez. "E".
domenica 26 febbraio 2012 0 commenti

Il modello VSEPR

Per "COLORO CHE" ...................
vogliono approfondire la geometria molecolare dei composti con il modello VSEPR suggeriamo l'interessante sito del Prof. Lombardo "Scienze a scuola"

mercoledì 1 febbraio 2012 0 commenti

Il calendario

L’uomo misura il tempo con le ore e i giorni, conta le stagioni che si alternano intorno al Sole, affida le credenze popolari e le tradizioni contadine all’influenza della Luna, ma quanto tempo è effettivamente trascorso da quando il primo ominide scese dagli alberi e guardò il cielo. Il calendario è soltanto una misura del tempo limitato e finito.
Il calendario è un convenzionale sistema di divisione del tempo civile dettato dagli incalzanti ritmi dell'economia mondiale. L'etimologia esatta del termine è intercettata da Leopardi nelle "Storia dell'astronomia": la parola calendario deriverebbe dal verbo "calo" e indica l'azione del Pontefice minore che dopo aver osservato la posizione della Luna in novilunio proclama in Campidoglio quanti giorni passavano dalle Calende alle None. A seconda del fenomeno astronomico studiato si possono individuare tre tipi di calendario: solare, lunare, luni-solare.
Il calendario solare, o tropico, indica il periodo che intercorre tra due equinozi di primavera e ha durata di 365 ore, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi. Il nostro attuale calendario è un calendario solare molto simile a quello egiziano.
Il calendario lunare indica dodici lunazioni, ovvero il tempo che intercorre tra due congiunzioni successive col sole; ogni lunazione ha durata di 29 giorni 12 ore 44 minuti e 3 secondi e dunque l'anno lunare, moltiplicando per dodici il valore di ogni singola lunazione, risulta durare 354 giorni 8 ore 48 minuti e 36 secondi. I mesi lunari vengono alternativamente calcolati di ventinove e trenta giorni e suddivisi in mesi cavi o pieni. Il calendario ecclesiastico è un calendario lunare che fa riferimento a una luna fittizia detta luna ecclesiastica.
Sembra che ai tempi di Romolo l'anno civile fosse di 304 giorni distribuiti in dieci mesi, sei dei quali di trenta giorni e quattro di trentuno. I nomi dei mesi erano quelli attuali tranne quelli del settimo e ottavo mese, Julius, attuale luglio in memoria della nascita di Giulio Cesare, e Augustus, in memoria di alcune celebri vittorie dell'imperatore Ottaviano Augusto. Si pensa che gli Antichi Romani avessero ereditato il calendario da una popolazione indoeuropea, i Veda, anch'essi con un calendario di dieci mesi poichè facevano riferimento ai dieci mesi di luce in corrispondenza di uno dei poli e non consideravano i mesi di assenza totale di luce; saranno i Romani ad aggiungere due mesi al calendario grazie alla riforma operata da Numa Pompilio. Il calendario pompiliano era un calendario lunare di 354 giorni e dunque la differenza di circa undici giorni rispetto all'anno solare si fece subito notare; questa differenza fu risolta aggiungendo un mese di ventidue o ventitre giorni. Tra i calendari antichi meritano particolare attenzione il calendario giuliano e il calendario gregoriano.
Giulio Cesare nel 46 a.c., sotto consiglio dell'astronomo Siogene, attuò una riforma per arginare la confusione causata dalla riforma pompiliana. Il 46 a.c. venne così denominato "ultimus annus confusionis". Il calendario giuliano era un calendario lunare e intercalava ogni quattro anni un anno bisestile, così chiamato poichè il giorno complementare doveva cadere sei giorni prima delle calende di Marzo. Il calendario giuliano era organizzato in dodici mesi di trenta o trentuno giorni, ad eccezione di febbraio che ne contava ventinove; a differenza del calendario pompiliano gennaio e febbraio diventarono i primi due mesi dell'anno civile. L'incarico della proclamazione del giorno complementare era compito dei pontefici minori che però gestivano la pratica per necessità economiche o esigenze personali.
 Augusto decise di porre un rimedio a questi errori ordinando che venissero ammessi i tre anni bisestili successivi all'8 a.c. Si deve anche ad Augusto il nuovo assetto del calendario: fu tolto un giorno a febbraio, che contava ora ventotto giorni, per darlo ad Agosto e fu cambiato il numero dei giorni degli ultimi quattro mesi dell'anno in modo che garantire l'alternanza tra mesi di trenta e mesi di trentuno giorni. Ma purtroppo nè Cesare nè Augusto riuscirono a colmare la differenza tra anno solare e anno civile, differenza che porta un divario di tre giorni ogni quattrocento anni.
Per risolvere questo problema Papa Gregorio IX nel 1582 operò un'importante riforma; la riforma gregoriana stabilì che dovevano essere bisestili tutti gli anni divisi per quattrocento e per arginare gli errori passati il giorno successivo al 4 ottobre 1852 fu il 15 ottobre dello stesso anno. La differenza tra il calendario giuliano e quello gregoriano è che il primo conta novantasette anni bisestili mentre il secondo soltanto tre in più. Il calendario gregoriano fu gradualmente accettato da tutti gli Stati ed è attualmente vigente. Lo scienziato Antonio Zichichi ha avanzato una proposta di miglioramento del calendario gregoriano: togliere tre giorni ogni diecimila anni e applicare il cosiddetto "Calendario perfetto".
Altri paesi però usano ancora altri calendari. Il calendario musulmano è basato sul mese lunare e ha inizio dalla fuga di Maometto dalla Mecca a Medina. Così come il popolo musulmano anche il popolo ebraico ha mantenuto il proprio calendario; il calendario ebraico è anch'esso lunare e il giorno inizia col tramonto del sole. Gli ebrei contano gli anni a partire dalla prima luna nuova dopo la creazione del Mondo.
Altra convenzione civile-religiosa è il cosiddetto calendario liturgico, dettato dalle liturgie.
Argomento prodotto da Alessia Messina, classe 5' sez. "E"
lunedì 12 dicembre 2011 1 commenti

Diagramma dei livelli, sottolivelli e forma degli orbitali.

Diagramma dei livelli, sottolivelli e forma degli orbitali.
Per visualizzare e approfondire gli orbitali consultare il sito:

 Configurazione elettronica degli elementi della tavola periodica.


sabato 10 dicembre 2011 0 commenti

Eccezioni alle leggi di Mendel

Eccezioni alle leggi di Mendel

La "codominanza" è un tipo di relazione in cui l’eterozigote ha il FENOTIPO di entrambi gli omozigoti. Esempio di tale relazione si ha nei GRUPPI SANGUIGNI dell'uomo.
Gli esseri umani presentano quattro tipi di GRUPPI SANGUIGNI: "A", "B", "AB" e "O", derivanti dal sistema ABO.
-Il gruppo "A" presenta sulla membrana dei globuli rossi l'antigene A e nel plasma l'anticorpo anti-B. Gli individui possono essere omozigoti dominanti "AA" oppure eterozigoti "AO" 
-Il gruppo "B" presenta sulla membrana dei globuli rossi l'antigene B e nel plasma l'anticorpo anti-A. Gli individui sono omozigoti dominanti "BB" o eterozigoti "BO"
-Il gruppo "AB" presenta sulla membrana dei globuli rossi sia l'antigene A che l'antigene B, mentre nel plasma non vi sono anticorpi. I soggetti hanno entrambi i genotipi dominanti, perciò codominanti eterozigoti  "AB".
-Il gruppo "O" non presenta sui globuli rossi antigeni, ma nel plasma vi sono entrambi gli anticorpi (anti-A e anti-B). I soggetti sono omozigoti recessivi "OO".
Ma il sangue degli oltre sei miliardi e mezzo di esseri umani non è di soli quattro tipi; ci sono molte altre sostanze e classificazioni. Una delle più note è quella del SISTEMA RH.
Il fattore Rh è un gene di forma dominante che, se presente, è localizzato sulla membrana dei globuli rossi e viene identificato con Rh+.  Il fattore è presente in tutti gli individui omozigoti Rh+/Rh+ e negli eterozigoti Rh+/Rh-, mentre è assente negli individui con genotipo omozigote Rh-/Rh-.
Questi individui hanno sangue del gruppo Rh negativo e non possono ricevere sangue del tipo Rh positivo perché ne distruggerebbero i globuli rossi con i propri anticorpi.
Nella specie umana, l’incrocio del sistema ABO e dei fattori Rh, genera una varietà di gruppi sanguigni, che sono molto importantissimi nelle trasfusioni.


Ecco quali sono le trasfusioni possibili:

Lavoro prodotto da Rosaria Ruggirello, classe 3’ sez. “G”

Le parole di Ilaria.

Paolo presenta il primo teorema di Euclide con il software Cabri.

 
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